venerdì, febbraio 23, 2007

 

Dicevo



"Ho avuto una notizia riservata e certa da Palazzo Chigi. Hanno cambiato il tetto sulla legge sulle unioni di fatto: Non più DiCo, ma Dicevo!"

Francesco Storace, 22 febbraio 2007
fonte: Libero Affari Italiani, http://canali.libero.it/affaritaliani/politica/luigicrespianalisicrisipolitica2302.html

In Italia sussistono ancora poteri vecchi e incistati nella politica, nella chiesa e in ogni altra manifestazione del pubblico talmente forti da essere in grado, non solo di evitare una "mezza legge" sulle unioni di fatto, ma di far addirittura cadere un governo!
Ho 27 anni e il mio ingresso nell'età adulta coincide sempre più con la fine delle speranze di progresso per il mio paese.


domenica, febbraio 11, 2007

 

contestualmente




«Due persone maggiorenni, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli di matrimonio, parentela in linea retta, adozione, affiliazione, tutela, curate o amministrazione di sostegno, sono titolari dei diritti e delle facoltà stabiliti dalla presente legge». Questo è l'incipit del ddl DiCo.

I DIRITTI - Ecco alcuni passaggi chiave della legge:

Malattia: «Le strutture ospedaliere e di assistenza pubbliche e private regolano l'esercizio del diritto di accesso del convivente per fini di visita e di assistenza nel caso di malattia o ricovero dell'altro convivente».

Case popolari: le coopie potranno accedere alle liste regionali

Affitti: Sarà possibile subentrare nel contratto in caso di morte del partner.

Ricongiungimento: dopo tre anni di convivenza scatta il diritto ad avvicinarsi al partner in caso di trasferimeno in altra sede.

Eredità: Serviranno almeno 9 anni di convivenza (ma, come si è detto, è possibile anche una dichiarazione retroattiva) per far scattare il diritto alla successione. Dopo questo periodo «il convivente concorre alla successione legittima dell'altro convivente avendo diritto a un terzo dell'eredità se alla successione concorre un solo figlio e ad un quarto se due o più figli».

Gli alimenti: anche in questo caso il diritto scatta dopo un certo lasso di tempo, qui 3 anni. «Nell'ipotesi in cui uno dei due conviventi versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento, l'altro convivente è tenuto a prestare gli alimenti oltre la cessazione della convivenza, purchè perdurante da almeno tre anni, con precedenza sugli altri obbligati, per un periodo determinato in proporzione alla durata della convivenza». L'obbligo di versare gli alimenti, cessa qualora l'avente diritto contragga matrimonio o inizi una nuova convivenza registrata all'anagrafe.

In pratica la coppia potrà recersi presso l'ufficiale dell'anagrafe e fare una dichiarazione "contestuale" e non "congiunta", ovvero non viene richiesta la presenza dei due al momento della registrazione.
Perchè?
Così l'altro/a, nel frattempo, può pagare una bolletta?
Perchè ci riduciamo sempre a giocare con le parole?
Perchè non possiamo creare una legge netta, chiara, scevra da capriole linguistiche?

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