domenica, agosto 27, 2006
In media stat virtus
Per sottolineare, come spesso faccio nei miei discorsi, che se la famiglia tradizionale può vivere un momento di crisi e mutamento, ciò non significa che stia sparendo.
sabato, agosto 26, 2006
Letto su Focus
(come già detto, in questo blog non c'è alcuna relazione tra fotograto/i e testo scritto al di sotto del ritratto fotografico) Il seguente articolo è riportato su "Focus D&R" n. 8 - Mondadori - Agosto 2006.
Con la collaborazione di Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa, Istituto di sessuologia clinica, Roma.
A dirlo per primo fu il padre della psicoanalisi Sigmund Freud (1856-1939): la base della sessualità umana è bisex. A parziale conferma di ciò, la biologia ci dice che è soltanto dalla quinta settimana della gestazione che nell'embrione si verifica la differenziazione sessuale, con la comparsa del cromosoma maschile Y. E successivamente, anche se in proporzioni diverse, in entrambi i sessi sono presenti ormoni maschili (testosteroni) e femminili (estrogeni). La bisessualità, anche da un punto di vista biologico, sarebbe quindi latente in ognuno di noi. Diventa una scelta di vita reale quando è supportata da fattori soggettivi: educazione, amicizie, famiglia sono le cause che contribuiscono a fare in modo che un individuo si senta "bidirezionato".
Terza via. Ma la bisessualità non è un paravento di una non riconosciuta omosessualità. È una terza via dell'amore e del sesso. E può verificarsi in una fase particolare della vita in cui si desidera provare qualcosa di più forte e trasgressivo. Tutti dunque in teoria avremmo questa tendenza, sono poi le circostanze soggettive che permettono di metterla in pratica o meno.
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domenica, agosto 13, 2006
Jane Jacobs
Scomparsa di recente, Jane Jacobs è stata protagonista di numerose battaglie in America. Si occupava di urbanistica in chiave sociologica e antropologica. Accesa dissidente del capitalismo americano e dei suoi effetti sul tessuto sociale.
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martedì, agosto 08, 2006
La vita pubblica ci disperde
In passato, prima dello sviluppo delle vie di comunicazione e dei mezzi di trasporto, si viveva per lo più nella famiglia d'origine: fin da piccoli si lavorava nell'attività del padre oppure si veniva istruiti per un percorso professionale prederteminato. Dopodichè si costituiva una nuova famiglia, ma entro canali già ben delineati, e comunque la vita extrafamiliare era limitata solo dal tempo di lavoro.
Oggi le forme di autodeterminazione ci danno la possibiltà di conoscere , sempre prima nel ciclo di vita individuale, realtà differenti. Se i genitori lavorano, e i nonni vivono lontano, i figli, già da piccolissimi sono cresciuti in una realtà extrafamiliare, poi crescono, studiano ,fanno sport, studiano musica, magari cominciano a viaggiare. Ecco che al momento di confrontarsi con la vita adulta, hanno svilupatto una tale libertà dai vincoli locali e familiari, che continueranno ad conservarla. A meno di sofferenze e costrizioni varie.
Una società individualista, ma comunque sociale e densa di rapporti umani, non necessariamente è una società devalorizzata. Semplicemente è diversa e stiamo certi che un valore come la libertà d'espressione e di autodeterminazione sarà più che difeso in questo tipo di comunità globale.
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martedì, agosto 01, 2006
"Libertà è partecipazione"
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